sabato 1 agosto 2015

“Se poni una questione di sostanza, senza dare troppa importanza alla forma, ti fottono nella sostanza e nella forma.”



                 Questa frase di Giovanni Falcone fotografa in modo impietoso la situazione italiana ed europea.  Possiamo anche affermare senza ombra di dubbio che la situazione è grave ma non  seria.
            Per dimostrare queste affermazioni, non mie, prenderemo in considerazione alcuni eventi, precisamente: La BCE scopre l’acqua calda, le paradossali analogie tra Berlusconi e la Merkel, le inquietanti similitudini tra il nazismo e l’Euro. Analizzeremo questi aspetti dal più recente, BCE, al più antico, nazismo/Euro, lasciando nella terra di mezzo la Merkel e Silvio.
                Il Sole 24 Ore del 30 luglio riporta il giudizio della BCE: l’Italia cresce meno della media europea da quando c’è l’Euro. Meno male che lo dice la BCE, in Italia non l’aveva capito nessuno. Ma il capolavoro del comunicato BCE è nella forma, nelle motivazioni di questa disfatta.
Tra le motivazioni la Bce si concentra sulla scarsa propensione del nostro Paese nel procedere speditamente verso “un marcato aggiustamento dei costi unitari del lavoro”,  cioè ci dice chiaramente,  tra le righe, che la sostenibilità dell’area euro si fonda sulla flessibilità del costo del lavoro, non essendo possibile la svalutazione del cambio, in pratica i sacrifici vanno fatti dal lavoro e non dal capitale.  Quello che la BCE non dice è che assieme al lavoro chi ci rimette è anche il capitale legato al lavoro, la casa, l’azienda, l’unico capitale esente da sacrifici e tutelato dal cambio fisso dell’eurozona,  è il capitale finanziario. Infatti le nostre famiglie e le nostre piccole aziende sono state massacrate, sono diventate  i prestatori di ultima istanza, cioè i mone che paga, degli errori della finanza tutelata dal mostro che si chiama Euro. E’ evidente che la forma scomposta di certi attori politici contrari all’euro, nulla può davanti all’ineccepibile forma demagogico totalitaria della BCE. Se poni una questione di sostanza, senza dare troppa importanza alla forma, ti fottono nella sostanza e nella forma.”  
                L’altro aspetto paradossale è l’analogia tra Angela e Silvio. Silvio ha compiuto il capolavoro di far credere agli italiani, che i suoi interessi personali coincidessero con quelli del paese, Angela ha fatto credere a tutti gli europei che gli interessi della Germania coincidessero con quelli europei. Noi italiani l’abbiamo presa in quel posto due volte, due è meglio di una, diceva una nota pubblicità. C’è una piccola differenza tra i due. Berlusconi quando ha iniziato a tutelare l’Italia, minacciando di uscire dall’euro, lo hanno tirato giù dalle spese, ballerine e sospetti legami mafiosi non c’entravano nulla, era l’uscita dell’Italia che spaventava. Spaventava i principali concorrenti dell’industria italiana, ma soprattutto quella classe politica, di cui Silvio era parte integrante e quindi in conflitto d’interessi,  che grazie all’euro e ai bassi tassi d’interesse ha potuto tranquillamente continuare la sua opere predatrice e corruttrice. Silvietto l’hanno fatto fuori, mentre  l’Angela continua a violare i trattati europei e nessuno batte ciglio. La Germania con il suo surplus  commerciale oltre la soglia limite del 6% prevista dai patti europei, se ne frega delle regole, ma nessuno osa fiatare. Angela rispetto a Silvio è formalmente ineccepibile. Nessun politico europeo rinfaccia alla Germania le sue violazioni, e se nessuno fiata l’Angela fa bene a fare i casi suoi. La situazione è grave ma non è seria.
Nazismo ed Euro
 Siamo a Monaco, mentre La Guerra di Hitler devasta l’ Europa, un gruppo di coraggiosi giovani universitari decide di opporre una straordinaria resistenza nonviolenta al nazismo. Unica loro arma: i loro pensieri scritti nei volantini che diffusero nella Germania nazista.
Sophie assieme al fratello Hans e ad altri 5 studenti cattolici dell’Università di Monaco cercarono infatti di sensibilizzare gli altri studenti e la popolazione contro le aberrazioni del regime nazista esortando il popolo tedesco alla resistenza nonviolenta ed erano fermamente convinti della necessità di una ribellione.
I membri della Rosa Bianca, così si chiama il gruppo, rilasciarono in totale sei volantini e produssero anche un'ottantina di scritte murali in varie città della Germania, dipinsero slogan antihitleriani sui muri di Monaco e addirittura sui cancelli dell’ Universitá.
Tuttavia, il 18 febbraio del 1943, Sophie e il fratello Hans vengono scoperti ed arrestati mentre distribuiscono volantini alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco. Nei giorni a seguire gli interrogatori da parte di Robert Mohr, ufficiale della Gestapo, si trasformano in uno strenuo duello psicologico, conflitto esacerbante soprattutto quando Mohr offre a Sophie una via d uscita ma ad un costo: tradire i suoi ideali e fare i nomi degli altri componendi della Rosa Bianca. Sophie rifiuta l’ offerta.
Lei e il fratello Hans vengono immediatamente condannati a morte tramite decapitazione. Qualche giorno dopo la stessa sorte toccherà anche agli altri membri del gruppo.
Il gruppo della Rosa Bianca aveva avuto il coraggio di denunziare il regime nazista come un regime bugiardo, inoltre, avevano preso spunto dagli scritti del filoso cattolico vicentino Romano Guardini, il quale affermava l’esigenza di fare attenzione ad una forma di totalitarismo più subdola, quella non che viene imposta dall’alto, ma quella che viene dal basso.
Si tratta della rinuncia dell’esercizio della libertà, la rinuncia alla fatica di dover pensare con la propria testa. Infatti come afferma Guardini, la dittatura racchiude una grande tentazione, quella di “togliere al singolo il peso di dover pensare con la propria testa, di dover giudicare, decidere, rispondere del proprio destino”       
Il nazismo si fondava sulla menzogna, sulla strategia comunicativa di Goebbels, secondo il quale una menzogna ripetuta diventa una verità. La forma nel regime nazista era sostanza.
                Solamente chi non vuol vedere non vede le analogie tra il sistema coercitivo nazista e l’Euro, il caldo luglio greco ha mostrato il violento autoritarismo dell’euro, basato anch’esso sulla menzogna. Come non vedere l’analogia tra l’interrogatorio e le pressioni psicologiche a cui sono stati sottoposti i ragazzi della Rosa Bianca, con le pressione psicologiche a cui sono stati sottoposti i dirigenti greci. Come non vedere l’analogia con “il più Europa” e la riduzione della democrazia nei paesi dell’eurozona. Come non vedere il terroristico bombardamento mediatico sulle catastrofiche uscite dall’euro. Peccato che una Banca d’affari inglese abbia detto che l’Italia è il paese che più ha da guadagnare ad uscire dall’euro. Ma queste notizie non trovano riscontro tra i mezzi d’informazione ufficiali italiani. La Grecia è il più grande successo dell’Euro, ha detto il prof. Monti, il prossimo successo dell’euro sarà l’Italia, ci butteranno fuori, Wolfgang Schaeuble l’ha detto chiaramente che dall’euro si può uscire, mente, sapendo di mentire chi dice il contrario, ma prima di buttarci fuori devono completare l’opera di deindustrializzazione in atto. “No ghe xe peso orbo, de chi no vol vedare”, dice un vecchio proverbio veneto.