Parlare
della locuzione “Compagni Fascisti”, in tempi di precarietà
diffusa, può sembrare inutile, nella realtà questo apparente
ossimoro, può aiutarci a capire molte cose, perché non c’è
lavoro, perché il risparmio non è più garantito. Perché per
esempio ci prendono in giro quando dicono di voler tutelare il
contribuente, ma nello stesso tempo fanno pagare le conseguenze di un
sistema bancario europeo assurdo ai risparmiatori, dimenticando che
contribuente e risparmiatore sono nel 99% dei casi la stessa persona,
mentre il restante 1% talvolta è uno svogliato contribuente che sa
benissimo come salvaguardare il proprio risparmio.
La
storia ci insegna che la differenza tra destra e sinistra non è
sempre stata netta e chiara. “Compagni Fascisti” è un arzillo
vecchietto quasi centenario, infatti, risale al 9 ottobre 1919 la sua
comparsa in un discorso ufficiale. All’inaugurazione del primo
congresso dei Fascisti a Firenze, Mussolini, preceduto da
un’ovazione, iniziava così il suo discorso: “Compagni
Fascisti, non so se riuscirò a farvi un discorso molto ordinato
perché non ho avuto modo, secondo la mia abitudine, di prepararlo.
Un discorso Fascista io mi ripromettevo di pronunciare…..”, era
il periodo rivoluzionario proletario, in cui il movimento
fascista non aveva ancora preso la connotazione di partito, che
porterà anche alla sostituzione di “compagno” con “camerata”.
Ai compagni fascisti, e alle iniziali affinità con il programma dei
Fasci da Combattimento del 23 marzo del 1919, si rivolgeranno i
comunisti italiani nel 1936 con “L’appello
ai fratelli in camicia nera”
firmato da 60 dirigenti del Partito Comunista tra cui Palmiro
Togliatti, sono interessanti alcuni passi dell’appello. “[…]
La causa dei nostri mali e delle nostre miserie è nel fatto che
l’Italia è dominata da un pugno di grandi capitalisti, parassiti
del lavoro della Nazione, i quali non indietreggiano di fronte
all’affamamento del popolo, pur di assicurarsi sempre più alti
guadagni, e spingono il paese alla guerra, per estendere il campo
delle loro speculazioni ed aumentare i loro profitti.” più
avanti prosegue:
“Fascisti della vecchia guardia! Giovani fascisti! Noi
proclamiamo che siamo disposti a combattere assieme a voi. LAVORATORE
FASCISTA, noi ti diamo la mano perché con te vogliamo costruire
l’Italia del lavoro e della pace, e ti diamo la mano perché noi
siamo, come te, figli del popolo, siamo tuoi fratelli, abbiamo gli
stessi interessi e gli stessi nemici,...”
Le
affinità storiche non si esaurisco qui. Come sappiamo il Partito
Nazionale Fascista, rinnegherà il programma sansepolcrista del
movimento fascista, voltando le spalle a quei lavoratori a cui
inizialmente si rivolgeva. Come il fascismo novant’anni fa oggi, la
classe dirigente di sinistra ha abbandonato la tutela dei lavoratori
per tutelare la stabilità monetaria e la concorrenza. Non deve
quindi stupire se il
City Journal, rivista
dei conservatori del Manhattan Institute for Policy Research, in
un’interessante analisi di Fred
Siegel sulla situazione
politica francese afferma che Marine Le Pen, piano piano, buona
buona, sarà il nuovo candidato della sinistra francese. ( Una mia
libera traduzione del titolo originale French Twist, How
Marine Le Pen quietly became the left-wing candidate in the French
elections). Secondo Siegel questo è
avvenuto perché la classe lavoratrice francese è stata abbandonata
dalla sinistra, così come è avvenuto con la loro controparte in
America.
Naturalmente
solo un conservatore arguto e sostenitore del candidato di destra, il
liberista e thatcheriano Fillon, poteva indicare con lucidità, chi
realmente in Francia sta lottando contro le politiche europeiste
basate essenzialmente sullo smantellamento del welfare e sulla
riduzione dei salari, care al liberismo.
E’
il paradosso dell’unione monetaria europea sostenuta dalla classe
dirigente di sinistra, che ha indirizzato la classe lavoratrice verso
i compagni fascisti, italiani e francesi, che, forse a loro insaputa,
sono in linea con il fu movimento fascista e i bolscevici di casa
nostra, cioè, difendono i lavoratori, ma per i compagni fascisti,
prima quelli italiani e francesi.
E’
fuorviante quindi la vecchia distinzione tra destra e sinistra,
basata su vecchi schemi, quello che fece ieri la destra mussoliniana,
lo sta facendo oggi la sinistra globalista. Pasolini aveva capito
l’inadeguatezza di questi schemi, e denunciò con largo anticipo la
nascita del nuovo autoritarismo in giacca e cravatta più pericoloso
del vecchio fascismo, lo scrittore friulano aveva individuato nel
pensiero ordoliberista il vero nemico di una società libera e
giusta.
Il
paterno autoritarismo ordoliberista ha modi pacati, educati, da anni
somministra pillole avvelenate di un fuorviante sogno europeo, di un
globalismo mercantile propagandato come dispensatore di benessere, ma
in realtà distributore di disparità; può avere il volto dei
moderati conservatori di destra (Merkel, Fillon, Rajoy) come dei
moderati innovatori di sinistra (Hollande, Renzi, Tsipras), ma anche
il volto dei demagoghi antidogmatici “ne di destra ne di sinistra”,
come di quelli che: “fuori dall’euro c’è la sciagura”. Il
nuovo pensiero ordoliberista non ha come nemico la destra e nemmeno
la sinistra del manifesto di Ventottene. Il principale nemico
dell’ordoliberismo sono le costituzioni progressiste come quella
italiana, dove i valori di libertà e giustizia sociale sono un
tutt’uno inscindibile, e non sono considerati valori distinti e
contrapposti, come vuole farci credere l’ideologia ordoliberitsta
del “più Europa”.
Qual’è
la destra, qual’è la sinistra quindi?
Sono
di sinistra quelli che considerano la libertà e la giustizia sociale
come un unico valore, che ritengono siano degni di tutela il lavoro (
dipendente e imprenditoriale) e il risparmio; sono di sinistra quelli
che hanno capito che grazie al più Europa, alla mattina davanti allo
specchio vedono un contribuente e un risparmiatore, cornuto il primo,
mazziato il secondo.
Sono
di destra gli europeisti del job act e del bail in, dell’austerità
espansiva, del pareggio di bilancio e del fiscal compact, delle
riforme a qualsiasi costo. Ha ragione Fred Siegel, la compagna
fascista Marine Le Pen sarà, a sua insaputa, la futura candidata
della sinistra francese, così come gli italiani il 4 dicembre sono
stati antieuropeisti a loro insaputa. Quando si perdono di vista
valori della Costituzione si perde il lavoro, si perdono i risparmi,
si perdono il senso di appartenenza e la speranza, la differenza tra
destra e sinistra esiste ancora, ma non è più quella di una volta.
Così è (se vi pare), e anche se non vi pare.