In questi giorni ho
letto molti commenti sul caso Pizzarotti. E’ evidente che nessuno
ha capito cos’è il M5S.
Il M5S è un partito
rivoluzionario, e come tutti i partiti rivoluzionari non è
democratico ma vuole insegnare agli altri la democrazia.
Non erano
democratici i giacobini di Robespierre, non lo erano i fascisti di
Mussolini, non lo erano i comunisti russi di Lenin, non lo erano i
comunisti italiani di Gramsci e Togliatti. Tutti volevano una società
nuova, più onesta e più bella “che pria” diceva Petrolini,
tutti i movimenti rivoluzionari avevano dei nemici esterni, tutti
avevano i traditori interni, tutti avevano una élite illuminata che
sapeva cosa era giusto o sbagliato.
Nel Movimento non
esiste nessuna doppia morale, ma solamente una. Decidono Grillo
Giuseppe e Casaleggio Davide fu Gianroberto il resto è …....
Una persona di media
cultura aveva la possibilità di capire tutto, subito dopo l’uscita
del non statuto e delle non regole in esso contenute, ma le
rivoluzioni hanno un fascino particolare, ammaliano, ti regalano un
sogno, ti fanno sentire importante, ti fanno credere di essere libero
anche se non lo sei.
L’anarco-autoritarismo di Grillo e
Casaleggio è geniale, onore ai più intelligenti. I
pentamovimentisti nascono con il non statuto, i grillini (amici di
Beppe Grillo si chiamavano) cessano di esistere con esso.
Io ebbi la fortuna
di capire la vera natura del movimento un pochino prima di altri,
prima in un incontro tenuto a Treviso il 25 ottobre 2008 di “persona
personalmente” con Grillo, quando un gruppo di illusi (tra cui il
sottoscritto) illustrò a Grillo il progetto Italia
a 5 stelle e Veneto a 5 Stelle. Idee presenti da tempo nel movimento ma concretizzatesi in due
incontri. Uno a Vicenza il 28 giugno 2008, organizzato dall’allora
meet up 3, l’altro sempre lo stesso giorno ad Ostia, organizzato
dai matacchioni romani della famosa prima ora.
Grillo a quei temerari
disse: “Siete troppo avanti, abbiate pazienza, ci vediamo a Gennaio
(2009) e ne parliamo”, ci trovammo con il Non Statuto e il
Movimento 5 Stelle confezionati. Non era quello che desideravamo, ma
vedere 5 Stelle nel nome ci consolò, ma qualche dubbio rimase.
Poi venne la dura
legge del gol, alle elezioni regionali venete del 2010 fu chiaro
l’indirizzo del Movimento ma soprattutto chi comandava e
in che modo. In quell’occasione alcuni commisero il delitto di lesa
maestà, e furono espulsi, fu un grillino veneto, che con ostinazione
credeva veramente nel motto “uno vale uno”, il primo ad essere
espulso a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, allora la cosa
rimase confinata solo nelle cronache locali. Altri, che saranno
espulsi dopo, sapevano e tacquero.
Quindi sbaglia chi
chiede democrazia al movimento, non ha capito nulla, in questo hanno
ragione i penta-stellati, il sol dell’avvenir di un futuro radioso
passa attraverso la dittatura della élite, è sempre stato così in
passato, e lo è oggi per il Movimento a 5 Stelle. E’ la
rivoluzione bellezza, se la cosa non ti piace esci e fai
qualcos’altro.
Non ci sono buoni o
cattivi, ma rivoluzionari e democratici, non si posson servire due padroni, “Così è si vi pare” e anche se
non vi pare.