giovedì 14 aprile 2016

17 aprile: giornata nazionale del dialogo in ricordo di Guido Calogero, contro l'imbecillità collettiva.


La dea storia a volte si diverte alle nostre spalle, in un momento storico di stitichezza concettuale e di diarrea verbale, vuol vedere se abbiamo imparato qualcosa dalle sue lezioni e per verificarlo ci propone delle coincidenze istruttive. Una di queste è il 17 aprile.

Come quasi tutti sanno il 17 aprile ci saranno le votazione per il referendum sulle trivelle petrolifere, forse non molti sanno che il prossimo 17 aprile è anche il trentesimo anniversario della morte di Guido Calogero, un politico troppo intelligente e lungimirante per essere ricordato in un paese con troppi apprendisti stregoni. La lettura dei suoi saggi è un toccasana per la mente e per chi vuole capire: perché viviamo in un periodo di crisi, perché i risparmi vanno in fumo, perché i giovani non trovano lavoro, perché oggi stiamo peggio di trenta anni fa. Perché stiamo perdendo la libertà.

A mio avviso la data della sua morte, per la strana e curiosa coincidenza con questo referendum dovrebbe essere celebrata come giornata nazionale del dialogo come cura contro l'imbecillità collettiva.

Oltre che un grande maestro di democrazia, Bobbio lo definì maestro del dialogo, infatti Calogero definiva la vera democrazia, non il paese degli oratori, ma il paese degli ascoltatori, più che nella bocca, la democrazia è nelle orecchie. Qui si intuisce subito perché in un paese dove la priorità è la delegittimazione dell'avversario, indipendentemente dall'argomento (banche o trivelle), un gigante del pensiero democratico come Calogero sia scomodo e quindi dimenticato.

Infatti, è proprio la mancanza di dialogo tra Governo e Regioni che ci farà spendere dei soldi che potevano essere risparmiati, inoltre sfido chiunque a definire dialogo chiarificatore un qualunque talk show sull'argomento.

Calogero partiva dal presupposto che la democrazia è il sistema di contare le teste invece che di romperle. Ma per contare o rompere le teste ci vuole qualcuno che le rompa o le conti. La democrazia quindi, non è un concetto astratto, ma è un modo di comportarsi, un modo di agire di Caio o di Tizio, mio e tuo. Per Calogero la domanda “che cos'è la democrazia?” deve essere riformulata nella domanda “che cosa debbo fare per essere un buon democratico?”. “Tu devi- diceva Calogero- non rompere le teste degli alti ma contarle”

Assistere a spaccamenti di teste collettive, benché la sua frequenza stia aumentando, è ancora abbastanza raro, invece è molto più frequente, osservava Calogero, l'atteggiamento di non tener conto degli altri, a fare in modo che la volontà altrui non ostacoli per nulla il raggiungimento dei nostri fini. E' l'atteggiamento tipico del bambino che vuole mangiarsi tutta la torta anche se ci sono altri bambini che ne vogliono un pezzetto anche loro. Questo atteggiamento fanciullesco viene camuffato da astuti ciarlatani con scarso senso democratico come decisionismo.

E qui vediamo subito che gli uomini di scarso senso democratico son già coloro che tendono a sopraffare gli altri nella conversazione , che non stanno a sentire quello che gli altri dicono, che tagliano loro la parola prima che essi abbiano finito di esporre il loro pensiero.

Le persone che hanno qualcosa di intelligente da dire solitamente sono le più rispettose, la violazione del metodo democratico del dialogo vedrà i mediocri verbosi sopraffare gli intelligenti timidi.

Inoltre, i mediocri verbosi hanno come alleato l'astensionismo dell'opinione, attività tipica di chi non vuole fare nessuno sforzo di pensare con la propria testa e assumersi la responsabilità delle sue idee.

L'arma dei timidi, quindi, è riappropriarsi del dialogo democratico, il 17 aprile è importante andare a votare, perché ci costringono a votare su una questione che poteva essere risolta con il dialogo e il buon senso, quindi possiamo insegnare l'arte del dialogo ai nostri governanti andando a votare.

Il 17 aprile misureremo il nostro senso democratico e speriamo che Guido Calogero non si rivolti nella tomba nel male augurato caso in cui l'imbecillità collettiva prevarrà, mentre le nostre menti migliori, da anni, risolvono il problema agli altri.

martedì 12 aprile 2016

L’€uro batte Gesù 8 a 0. (Parte prima)




L’€uro batte Gesù 8 a 0. (Parte prima)

Nel suo programma elettorale, il famoso “discorso della Montagna”, Gesù usa i toni più duri, non contro il sesso, ma contro Mammona. Gesù non ha mai detto chi ama il sesso odia Dio, ha detto chi ama il sesso è un “birichino”, ma ha chiaramente spiegato che: Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona.
Che il suo discorso programmatico anti Mammona non fosse una scelta azzeccata lo attestano le primarie dell'epoca, infatti, il Nazzareno perse il ballottaggio con Barabba, che aveva un rapporto meno conflittuale con Mammona. Bisogna dire che il sant’Uomo se l’era cercata. Non solo fece un programma elettorale di due paginette talmente chiaro, che tutti, ancora oggi, fanno finta di non capire, ma va nel tempio a fare casino con i cambia soldi: ma Benedetto Figlio del Padre, non si fa così, se disturbi la finanza poi si alza lo spead. I Farisei che di denaro ne capivano, lo prendevano in giro, e gli dicevano: “Ma dove vai con queste idee”. Infatti, che Gesù stia perdendo alla grande contro Mammona è sotto gli occhi di tutti, tanto che Papa Francesco ha dovuto ricordare ai fedeli il passo del Vangelo.
A questo punto qualcuno potrebbe dirmi che Mammona oggi ha diversi nomi: dollaro, yen, yuan, sterlina, franco svizzero, anche loro sono incompatibili con Gesù, non solo l’euro.
L’osservazione è giusta, ma, mentre le altre monete sono principalmente valute e diventare un devoto servitore del dollaro, dello yuan o della sterlina, è una libera scelta del singolo, l’euro non è solamente una valuta, l’€uro è una religione, è un sistema di governo. L’€uro è un dio crudele che ha bisogno di sacrifici, in aperto conflitto con Gesù.
Intendiamoci, chi non crede nel messaggio di Cristo, non ha problemi di coerenza, ma i cattolici che sostengo l’€uro sono in aperta contraddizione con la fede che professano.
Chi avrà la pazienza di proseguire non si pentirà.
Innanzitutto vediamo come l'€uro realizzi in pieno il significato di Mammona. Con una breve ricerca su internet, troviamo che il significato del termine mammona, nella radice ebraica, ha lo stesso significato di una parola che usiamo al termine di una preghiera, "amen", che nella nostra lingua significa "così sia", cioè qualcosa che è sicuro, che è certo, che non si discute. Ebbene, il termine "Mammona", nella lingua aramaica ed ebraica, significa ciò che è certo, ciò che da sicurezza, ciò su cui si può contare. Quindi, "Mamon", "Mammona", definisce tutto quello su cui si può contare. Non mi sembra che ci siano dubbi sul fatto che si possa contare sull'euro, lo sanno benissimo i greci che per l'€uro hanno appena ceduto i loro porti e aeroporti ai tedeschi. Se poi qualcuno di voi mi sa spiegar perché i soldi per salvare la Grecia li tiriamo fuori tutti, ma i porti se li prendono i tedeschi, lo ringrazierò. Primo mistero gaudioso dell’€uro.
Ma ritorniamo a bomba. Vediamo perché l’€uro è una religione in netto contrasto con il cristianesimo. Gesù ha detto chiaramente, e qualche volta anche scandalizzando, che la ricchezza deve essere al servizio dell’uomo, l’€uro invece ha come presupposto inderogabile il servizio dell’uomo alla ricchezza. La religione cristiana e la religione eurista sono esattamente l’opposto l’una dell’altra.
Gesù non condanna il semplice possesso ma la concezione e l’uso dei soldi, non si può “ servire il denaro”. Keynes 1900 anni dopo Cristo introducendo la differenza tra “moneta come mezzo di scambio” e “moneta come riserva di valore”, questa distinzione ci aiuta a capire la differenza tra l’euro come denaro e l’€uro come religione (mammona).
Per capire meglio questa antinomia vediamo qual è il progetto economico di Gesù e quello dell’€uro.
La teoria economica di Gesù e di suo Papà, cioè del Grande Capo, si trova nella parabola del fattore imbroglione, chi non la ricorda può leggerla nel vangelo di Luca 16,1-13 .

Gesù il fattore imbroglione e l’economia del benessere.

La parabola racconta di un amministratore imbroglione che vien scoperto dal padrone, che, prima di mandarlo via, gli ordina di fargli i conti. Il fattore imbroglione approfitta della cosa facendo degli sconti ai debitori del padrone, quindi, all'imbroglio che aveva già fatto al padrone, aggiunge pure quest'altro imbroglio!
Gesù sorprende tutti con il finale della parabola: "Il padrone lodò quell'amministratore
disonesto, perché aveva agito con scaltrezza". Quindi Gesù, in questa parabola, mette in bocca al padrone, che pur era stato imbrogliato, un elogio per questo fattore, perché vedendosi perduto aveva usato scaltrezza.
Ma che razza di economista è questo Gesù, capite che avevano ragione i Farisei a canzonarlo.
Questa parabola serve a Gesù per introdurre l'insegnamento che rivolge ai suoi discepoli e quindi ai credenti di tutti i tempi. "Ebbene io vi dico. procuratevi amici con l'iniqua Mammona".
Gesù non ha mai avuto parole contro il benessere della gente. Anzi, la volontà di Dio è che l'uomo stia bene, ed è stato chiaro da subito che la volontà di Dio era: "Che nel mio popolo
nessuno sia bisognoso". Questa è la principale volontà di Dio e tutte le leggi che il Capo aveva emesso erano concepite perché nessuno nel suo popolo fosse bisognoso e Cristo lo ribadiva anche a costo di scandalizzare.
Quindi il benessere non è malvisto, il benessere non è negativo, ma fa parte della volontà di Dio. Che il popolo viva bene, che il popolo sia nel benessere non deve essere visto come qualcosa da rifiutare, ma un qualcosa da cercare. Per Gesù però se il benessere è positivo deve esserlo per
tutti. Il benessere diventa negativo quando appartiene soltanto ad una piccola parte della popolazione, mentre la stragrande maggioranza ne è priva. Allora Gesù, in questo insegnamento, provocatoriamente dice: "Procuratevi amici con l'iniqua Mammona". Ai tempi di Gesù i preti distinguevano la ricchezza (Mammona), tra ricchezza onesta e ricchezza disonesta. Per Gesù la ricchezza è sempre "ingiusta", perché in qualche maniera chi accumula, sottrae agli altri. Attraverso il paradosso dell’amministratore infedele, Cristo propone di usare il denaro, la ricchezza, per farsi degli amici. Chi sono questi amici? Coloro che non sono nel benessere.
Possiamo dire che Gesù teorizza una società del benessere, una economia dove l’uomo non è un fattore produttivo ma l’oggetto principale del progresso e della crescita economica. Una società dove l’efficienza produttiva sia finalizzata al benessere dell’uomo, nessuno escluso, nemmeno quelli che non sono cristiani.
Attenzione però, una società del benessere non deve diventare una società di fannulloni. Su questo punto San Paolo è stato chiarissimo “chi non vuol lavorare neppure mangi”, attenzione: non chi non può, ma chi non vuole. L’impegno nel lavoro è una componente importantissima nella teoria economica cristiana, come altrettanto importante è il riconoscimento del merito. Nella parabola dei talenti Gesù mette in evidenza che tra gli uomini ci sono diverse capacità, e quindi diversi compensi, l’unico escluso è quello che non si è dato da fare, quello che ha sotterrato il talento.
Riassumendo la teoria economica di Gesù prevede che tutti si diano da fare, che venga riconosciuto il merito, ma che nessuno sia nel bisogno, il tutto nel rispetto dell’ambiente, nulla di complicato.
E’ palese che il mondo segue regole diverse da quelle consigliate da Gesù, qui non si vuole esprimere un giudizio su quello che è giusto o meno, lo scopo è quello di evidenziare l’incompatibilità delle regole che ci governano con il cristianesimo, e tra tutte le regole quelle che disciplinano l’euro sono le più lontane dal messaggio cristiano. Ognuno è libero di scegliere quali valori seguire. Personalmente considero l’Euro non solo in contraddizione con il cristianesimo, ma anche illiberale e antidemocratico. Credo che chi si professa democratico, liberale e/o liberista, ed è un sostenitore dell’euro, sia in contraddizione tanto quanto lo sono i cattolici sostenitori dell’euro. Il paradosso è che l’anticristiano €uro è sostenuto ampiamente del mondo politico cattolico PD, NCD. Ma l'euro non è solo cattolico è anche sostenuto da una parte della cultura comunista, Rifondazione, SEL, l’Altra Eurpa con Tsipras, e anche da parte di sedicenti liberal-liberisti, Scelta Civica e FI. Un bel miscuglio di incoerenza.
Le incoerenze dei democratici (cristiani e non), dei comunisti e dei liberal-liberisti le vedremo in seguito, ritorniamo alle incoerenze dei cristiano-euristi. Nella seconda parte vedremo i valori anticristiani dell’euro

martedì 5 aprile 2016

SCANDOLO PETROLI RELOAD

Il primo scandalo dei petroli

Il 13 febbraio 1974i segretari amministrativi dei partiti di governo furono indagati dalla magistratura genovese per aver ricevuto fondi dall'Enel (compagnia elettrica di stato) e dalle compagnie petrolifere, secondo il giudice Mario Almerigi, la tangente era del 5 per cento sui vantaggi derivanti ai petrolieri dall'approvazione di quelle leggi; era dunque direttamente conseguente agli effetti dei vari provvedimenti legislativi e non una tangente su contratti, su forniture. Quel cinque per cento veniva ripartito, in proporzione al rispettivo peso politico, tra tutti i partiti di governo.


Il secondo scandalo dei petroli

 è una cosa da fidanzatini, nulla di grave. Il primo ministro tramite il suo portavoce fa una comunicazione importante per la governabilità del paese.

come avrà fatto Altan quarant'anni fa a prevedere tutto?

Questa vignetta è tratta dal libro Dieci anni Cipputi pubblicato nel 1986, la vignetta si riferisce al periodo 1976/77. Gruppo editoriale Fabbri, Bompiani, Sonzogno, Etas Libri Spa.